Il senso delle stagioni

Il senso delle stagioni

Animaeacqua non si è abbandonata alla frenesia della ripartenza estiva, nella consapevolezza che ciò che prescinde dalla nostra volontà è più grande di noi.

Nonostante tutto, le stagioni che arriveranno scorreranno incuranti della storia degli uomini, la natura continuerà a fare il suo corso e noi vogliamo trovare un modo per trovare comunque giovamento e fonte di resilienza dalle energie che la natura stessa ci può offrire.

Abbiamo così pensato a illustrare, nel nostro blog, delle piccole esperienze dedicate al correre del tempo. Un invito a scoprire i cicli della natura, camminando e giocando con l’arte. Quale giorno migliore per iniziare che quello di San Martino, la ricorrenza che celebra proprio i ritmi della natura?

L’autunno è inoltrato e le giornate si accorciano, ma nei giorni dell’ “Estate di San Martino” la luce torna a sollevare corpo e spirito dai primi freddi. Scopriamo allora insieme la storia di questo eroe dell’antichità e divertiamoci a costruire lanterne di vetro con materiali naturali.

Il Santo era destinato a fare il soldato. Il padre lo chiamò Martino in onore del dio della guerra. Durante la sua carriera militare si verificò uno degli episodi più noti della vita del Santo.

Si racconta che in una notte d’inverno, mentre era di ronda, incontrò un povero viandante che soffriva il freddo, e non avendo denaro da dargli, tagliò a metà il proprio mantello affinché il mendicante potesse coprirsi. Perciò San Martino, oltre a essere il protettore dei militari, lo è anche  dei pellegrini.

Simone Martini – Storie di San Martino – La divisione del mantello
Chiesa Inferiore di San Francesco, Cappella di San Martino, Assisi.

Il futuro vescovo passò quasi venti anni nell’esercito e, dopo aver ricevuto il battesimo decise di congedarsi per divenire monaco. Fu poi ordinato diacono e infine prete. Viaggiò a lungo predicando il cristianesimo, convertì i pagani errando per terre lontane finché un giorno si fermò in Francia, nei pressi di Poitiers, dove fondò un monastero. La sua popolarità crebbe di giorno in giorno sicché, per volontà popolare e perché potesse continuare con maggiore efficacia la propria opera di evangelizzazione, Martino venne ordinato vescovo di Tours.

Sembra che la festa di San Martino coincidesse con la fine delle celebrazioni del Capodanno dei Celti , il “Samhain”,  che cadeva proprio nei primi dieci giorni di novembre, in quanto la Chiesa pensò di cristianizzare i festeggiamenti celtici trasferendo molte delle sue usanze nella festività dedicata al Vescovo di Tours.

La festa di San Martino divenne in gran parte dell’Europa una sorta di capodanno in cui si realizzavano tutti i cambiamenti dell’anno: dal cambiare casa al rinnovare gli affitti, dalle elezioni all’apertura delle scuole. Un giorno di letizia e di banchetti da cui nascono una miriade di tradizioni popolari diversamente declinate secondo le diverse aree geografiche europee. Tra queste amiamo ricordare quella più legata alla scansione dei cicli della natura: la semina del grano che doveva avvenire entro il giorno di San Martino proprio affinché, all’arrivo del freddo, il seme già fosse sotto terra.

I semi riposano e le il clima si irrigidisce: il ricordo del dono del mantello riscalda le nostre anime e dà luce alle giornate sempre più corte. Una luce cui, in questi giorni, possiamo dare forma realizzando la lampada di San Martino.

Materiali: Barattoli di vetro, colla vinavil, cordicina di iuta, lana colorata, carta velina dai colori caldi, forbici e pennello, candelina tea-light.

Il primo ingrediente delle nostre esperienze è sempre la passeggiata nel bosco: due passi in natura nelle ore più calde della giornata per raccogliere foglie e rametti che useremo per le nostre lampade. Intanto mettiamo le foglie in una pressa (basta un libro) senza farle asciugare troppo.

Alla ricerca di materiali naturali per le nostre decorazioni

Dopo il nostro raccolto di materiali naturali potremo metterci seduti comodi … basta diluire in un vasetto, con un pò di acqua, la colla vinavil (circa 3/4 colla, 1/4 acqua) e quindi incollare, aiutandosi con un pennello, piccoli ritagli di carta velina sul barattolo di vetro. Fare asciugare e procedere con l’applicazione delle foglie. Tagliamo nove pezzi di lana colorata, ognuno per una lunghezza di 25 cm, e dividiamo in gruppi da tre per fare una “treccina” che sarà il manico della nostra lampada. Dopodichè prendiamo la corda o altra lana colorata, o entrambe, e cominciamo ad avvolgere, facendo almeno 5-6 giri, intorno alla bocca del barattolo, legando contemporaneamente i due capi della treccina ai fili in modo da assicurarle saldamente al bordo del barattolo e aggiungendo anche, in un solo punto, tre dei rametti raccolti. Mettiamo quindi la candelina all’interno del barattolo.

La nostra lampada è pronta per accompagnarci nelle nostre serate d’autunno, accesa e appoggiata al davanzale della finestra, fino al prossimo Natale.