
Il solstizio d’inverno e la luce del Natale
L’arrivo delle giornate fredde e il calore della lampada di San Martino, la raccolta delle olive e il racconto, in una sola immagine, dell’anima di un ulivo millenario per la Giornata dell’Albero, ci hanno donato momenti di riflessione sullo scorrere imprescindibile del tempo. La Terra emette il suo respiro attraverso l’alternarsi delle stagioni che ora ci accompagnano verso il solstizio d’inverno. Si avvicina il giorno più corto dell’anno, è il momento in cui la natura comincia a riposare per rigenerarsi e poi ri-esplodere in primavera.
E’ antichissimo il rito germanico della Yule in cui si celebrava il solstizio d’inverno con un inno alla luce, culto pagano protrattosi simbolicamente nella cultura nordica con le ghirlande accese nel giorno di Santa Lucia. La luce della ghirlanda che vince sulle tenebre è quindi divenuta icona dell’Avvento nelle case dei cristiani: un anello, segno di eternità, fatto di fronde di conifere, sempreverdi segno di vita che non finisce, alloro o edera, legati da nastro rosso, e i suoi quattro ceri, simbolo a loro volta di amore, pace, speranza e fede.
Dedichiamo i giorni prossimi alla prima domenica d’avvento alla natura, passeggiando tra i boschi per raccogliere i frutti che così generosamente ci regala e con cui potremo realizzare la decorazione più simbolica nel Natale di tante culture.
Ramoscelli di conifere e foglie d’edera, ghiande, bacche, pigne e un tronchetto di ramo, questi i materiali naturali che potremo plasmare con creatività, insieme all’immancabile nastro rosso, alla colla a caldo e a quattro candeline tea-light, per realizzare la nostra corona dell’Avvento.