
La Sabina di Giacomo Caprioli
Archeologo, storico, disegnatore, tutto questo è stato Giacomo Caprioli, intellettuale autodidatta (Capradosso (RI) 1885 – Roma, 1959). Inviso agli intellettuali del regime fascista, ponendosi in particolare in conflitto con l’ispettore onorario del mandamento di Rieti, Francesco Palmegiani, in merito alle scoperte archeologiche del sito di Camporeatino , la sua figura è rimasta pressocché sconosciuta fino agli anni ’90 del Novecento.
La famiglia ha recentemente donato all’Archivio di Stato di Rieti l’ultima parte della documentazione che va ad integrare la precedente, trasferita negli ultimi anni del secolo scorso, permettendo così al pubblico di approfondire la conoscenza di uno studioso dalla molteplicità di interessi attraverso la mostra allestita nelle sale di Viale Ludovico Canali.
Principali novità in esposizione sono la collezione di quadri che Caprioli teneva nella sua abitazione e l’epistolario dal fronte della Grande Guerra intrattenuto con la futura moglie Alfonsina Pirani, costituito da numerose “cartoline” da lui stesso illustrate. E poi parte della sua immensa produzione di disegni che raccontano i paesaggi Sabini del suo tempo, la Rieti antica, il mondo contadino e scene della vita di San Francesco.

San Francesco benedice Frate Leone Lettera figurata Veduta del lato nord della Città di Rieti
In mostra presso l’Archivio di Stato di Rieti, Viale L. Canali n. 7, dal 5 febbraio 2021, il lunedì e il mercoledì dalle ore 11.30 alle ore 13 e dalle ore 14.30 alle ore 17, nel rispetto delle prescrizioni sanitarie.
E’ disponibile inoltre per i visitatori il nuovo testo realizzato dal direttore dell’Archivio, Roberto Lorenzetti, “La Sabina di Giacomo Caprioli. Dalle rappresentazioni storiche del Reatino alle lettere figurate dal fronte tridentino”, edito da Il Formichiere.